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Dopo aver lasciato Algeri la Bianca, una delle città più affascinanti del Mediterraneo e tutta la costa algerina con le sue vestigia romane, seconde solo a quelle italiane, ci troviamo ora nel cuore del deserto algerino, pronti per il primo di una serie di trekking attraverso paesaggi mozzafiato e luoghi intrisi di spiritualità.
A cura di Fabrizio Rovella
Da Tamanrasset si sale verso l’Assekrem, a quota 2786 metri. Lungo il cammino si incontrano nomi che per gli alpinisti non sono semplici località, ma vere e proprie leggende: Tissalatine, Pic Iaghen, Addouda, Tezouiagh, Sawinan.
Queste vette e pareti rocciose, scolpite dal tempo e dal vento, sono tra le più iconiche dell’intero continente africano. Qui si sono scritte alcune tra le più belle pagine dell’alpinismo mondiale. In questo ambiente severo e selvaggio, molti grandi alpinisti si sono confrontati in solitudine, immersi in una natura aspra e potente.
È un paesaggio che evoca le Dolomiti e le Alpi, ma con il respiro immenso del Sahara. Attorno si percepisce ancora oggi il profumo dell’avventura, dell’esplorazione e della spiritualità.
Il nostro percorso ci porta fino all’eremo di Padre Charles de Foucauld, luogo di raccoglimento e meditazione dove ancora oggi vivono eremiti cristiani. Indipendentemente dalla fede di ciascuno, questo è un luogo mistico, sospeso nel tempo, dove si può assistere a una delle albe più belle del mondo, sempre in compagnia dei Tuareg, gli “uomini blu”, i grandi signori del deserto.
Non mancano gli incontri con la fauna del deserto: tra le rocce, inaspettato, il gatto del Sahara fa capolino tra fiori rossi sbocciati grazie alle piogge passate. Un’altra testimonianza che questo deserto, solo in apparenza inospitale, è in realtà pieno di vita e di mistero.
– Fabrizio Rovella
Alcuni scatti dalle montagne dell’Hoggar fino all’Assekrem, in compagnia degli uomini blu.